“L’85,3% di italiani ha un proprio dentista di riferimento e il primo criterio di scelta è la fiducia che ispira (indicato dal 63%), seguita dal costo delle prestazioni (26,3%), la qualità dei materiali utilizzati e delle tecnologie, la vicinanza dello studio“. Sono questi i dati emersi da una ricerca Censis realizzata in collaborazione con Andi (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) e presentata pochi giorni fa a Cernobbio, in occasione del 7/mo Workshop di Economia in Odontoiatria.
Secondo i dati di ANDI, gli italiani stanno tornando dal dentista con assiduità e conoscenza. Nel 2016, ad esempio, gli italiani hanno speso per visite e cure 7,8 miliardi di euro. Si tratta di un incremento del 9,3% rispetto al 2014. Il 91% di coloro che si sono rivolti a un dentista è rimasto molto o abbastanza soddisfatto. Il buon dentista è prima di tutto un bravo medico: l’81% degli italiani quando va dal dentista si aspetta il rispetto dei criteri di qualità, appropriatezza e sicurezza come per le altre specialità mediche.
Tuttavia, ci sarebbero ancora 17 milioni di utenti che non controllano la salute dei denti almeno una volta l’anno. E l’indagine ha anche spiegato il perché. A pesare sulla prevenzione sarebbero le disparità economiche e di istruzione. Il 38% delle persone non abbienti e il 36,4% delle persone con la licenza media non fa mai visite di controllo. Le persone con redditi e scolarità più bassi vanno in genere dal dentista quando dolori e carie diventano preoccupanti.
Ma il dato preoccupante è quello che riguarda i bambini, il 70% di età compresa tra i 6 e 14 anni non farebbe neppure una visita annuale. Si tratta di una delle fasi di vita più delicate per i bambini ed il consulto medico di un dentista è fondamentale per la prevenzione e l’assunzione di stili di vita sani.
“La prevenzione inizia sin da piccoli e prendersi cura del sorriso dei vostri figli li aiuta a crescere meglio e più felici”.